Bologna, 12 maggio 2018.
La lega oltre a essere un covo di appassionati è ormai divenuta una fucina di sponsor. Tra quelli che imprenditori ci sono nati e altri che vi ci sono improvvisati, è il periodo in cui c'è la maggior coincidenza della storia di NBA360 tra passione e business.
Ma coloro che si sono recati nella cittadina emiliana, e coloro che non c'erano ma avrebbero voluto esserci, è indubbio quella piccola cosa che fa la differenza. Sono tutti Ii, for THE LOVE OF THE GAME.
Ormai le conoscenze sono approfondite, e la chimica tra i ragazzi si respira immediatamente. Questo rende tutto più facile anche per i nuovi acquisti, che dimostrano da subito personalità e grande coerenza con la loro controparte virtuale.
Giù le maschere, tutti sul Veliero. I proprietari del locale pensano di aver fatto un vero e proprio affare con l'incasso di una quindicina di allocchi, ma cambieranno presto idea con l'arrivo della cavalleria camaiorese, che fa il suo esordio con un tremendo mix di epiteti coloriti ed eresie.
La mancanza dei commissioner è palpabile, e dopo 9 anni, forse non a caso, rispunta il Boss, Vyger. Devo ammettere, non è cambiato di una virgola rispetto all'ultimo avvistamento, così come la sua inclinazione a fare scambi.
Dovrebbe essere un pranzo leggero, ma i due capitani non sono esattamente di questa idea. Piovono pizze tagliate in mille pezzi (poi mi spiegheranno la trovata), con topping esagerati a base di mozzarella, formaggi fusi, salsiccia e quant'altro. Sughero è il primo a mollare, a dispetto della notevole massa acquosa che porta in dote, il cibo vero non fa per lui. Uno shake proteico sarebbe certamente stato assimilato meglio dal suo organismo.
Tra un boccone e l'altro, Anjella tiene anche una master class di stickering, con tanto di riprese private di Lore, chissà che non abbia qualcosa in mente per questo artista incompreso.
A capotavola abbiamo il deus ex machina dell'organizzazione, Imperium ma ribattezzato a furor di popolo Presidente. Gentile e pacato, lui che sin da bambino nell'acqua della pasta ha messo rigorosamente erbe biologiche. La bomba la sgancia a stomaco pieno, e no, non è gassosa.
Da una busta esce una coppa. È riservata a chi vincerà la partita. Seduti in posti sparsi, improvvisamente gli sguardi dei componenti di team Bullo si incrociano, quasi a formare una costellazione, pur essendo avari di stelle a roster.
Le squadre raggiungono il campo (con le macchine e non col van ufficiale della lega, ancora in produzione).
Sughero per l'occasione ha acquistato il suo primo paio di scarpe da basket della sua vita, e come si dice nei campetti delle mie zone, alla calzatura nuova di pacca corrisponde un career high.
Finalmente dopo un breve riscaldamento è GAME TIME, l'attesa è finita. L'assenza di Teoni porta alla promozione di Swagger in quintetto. Dimensione perimetrale spiccata per il team Bullo, con Maio in point, Lello (che ha nel palmares l'MVP 2015) in posizione di ala piccola, Giovazzo da 4 e Autopiù pivot.
Team Vando risponde con un backcourt che strizza l'occhio a Houston formato da Altie e il Papu Gomez, ehm Lore, Agente in 3, Ponenzi e Vandini come frontline.
La partenza vede diverse conclusioni corte da ambo i lati, non si può ancora imputare la colpa al caldo quanto alla iniziale difficoltà di adattamento alla distanza NBA per la maggior parte dei player. Altro fattore incidente è certamente l'assenza di training camp che porta a far scorrere in maniera tutto sommato liscia il primo quarto d'ora. Il punteggio è sul 17 a 16, e qui il primo episodio importante del match.
Il capitano Vando si porta la mano all'altezza dello stomaco, chiede un cambio immediato e schizza in bagno. Nelle fila di team Bullo fa il suo ingresso assoluto il Presidente, che nonostante l'età alla prima palla toccata fa saltare il suo difensore e si procura un viaggio in lunetta. 2/2, mano estremamente morbida e panchina in delirio.
La presenza di Impero è tranquillizzante per la squadra, che trova una valida alternativa al Pick and roll attaccando dal post alto. Mr. President attira spesso il difensore in aiuto, invitando i compagni a tagliare e di conseguenza rendendo tutto più fluido. Sembra giovarne tra tutti maggiormente Sughero, che dopo aver sbagliato i primi cinque tiri vede finalmente una sua conclusione attraversare il fondo della retina.
Il dynamic duo Altie Illore prova a tenere a galla i gli orfani di Vandini, ma Maio entra in partita e si scava un primo solco. Un po' di energia per impedire che scappi la partita viene data dalla gang di Camaiore. L'appuntito Alberello non ha però alcuna paura e mostra una ottima meccanica di tiro, non è premiato dal ferro inizialmente ma tiene onesta la difesa. Anjellone si rivela un giocatore di quelli crudi, nonostante la perdurata inattività è un osso molto duro a rimbalzo.
Nel team Bullo militano diversi giocatori del defunto team Western Conference, etichettati come perennial losers. Probabilmente lo scoglio più grosso di oggi è la mentalità, perché il tasso atletico messo in mostra è nettamente superiore.
Su una palla vagante il Boss fa subito il gesto del cambio, non riesce a continuare (sospetto versamento al ginocchio): c'è una motivazione in più per portarla a casa.
I ragazzi all'intervallo cominciano a crederci. Le Beebad trangugiate non si contano, è la benzina giusta per affrontare la seconda metà di gara.
Vando torna in campo, ma la diga non reggerà più di un altro quarto d'ora. E anche quando c'è, la sua tunnel vision sotto canestro, dove per i ragazzi di team Bullo è quasi una questione personale mettere il cerchietto azzurro sotto al player con la maglia numero 18 di Belinelli, si rivela fatale. Il capitano è poco avvezzo a scaricare, sintomo di scarsa fiducia nei compagni, e a questo punto la superiorità fisica degli avversari diventa un fattore.
La palla viaggia spesso in transizione, dove Lello si fa trovare per canestri facili, e un altro esordiente come Gioelle tiene fede alla auto comparison fatta in sede di NBA360 combine. Non ha la massa muscolare di Smart ma è su tutti i palloni, recupera diversi rimbalzi, e dirige i movimenti senza palla dei compagni.
Disegna lui lo schema in uscita sui 45 gradi dell'arco per Giovazzo, fin lì positivo ma ancora imballato al tiro (1/7). Il blocco del Re di (corso) Francia elimina la marcatura, uomo di legno riceve, un palleggio per mettere i piedi a posto e spara, bang! Più 14. Nel frattempo Vandini litiga ancora con la tavoletta, e team Bullo raggiunge un vantaggio incolmabile, trovando anche canestri in avvicinamento di Sughero e la bomba di Autobus.
Altieri e Colli, ancora loro, provano a guidare una reazione coadiuvati dal roccioso Ponenzi, sempre preziosissimo in difesa. Ma le energie sono finite, e anche se si sblocca l'acciaccato Agente, è troppo tardi.
Suona la sirena, finisce 81-68. Grande emozione per il Presidente, che bagna l'esordio con una storica vittoria.
Top scorer Sughero, nominato MVP. Una grossa risposta dopo le critiche piovutegli addosso negli ultimi 24 mesi.
SUGHERO, 8
La grande risposta. Individuato come punto debole e come giocatore di scarsa personalità, mette a tacere i detrattori, pur senza brillare a livello di percentuali. Sfoggia una dubbia massa (forse la miglior difesa l’avrebbe fatta uno spillo, a giudicare da quanta acqua e grasso si porti dietro), e sbaglia la quasi totalità delle conclusioni iniziali. Ma si sblocca, con la prima (e unica) bomba della giornata. Diventa il terminale offensivo designato, e non delude. Viene persino elogiato da Maio! Ecco a voi signori il vostro MVP di questo raduno. Il pulcino bagnato di Siena non c’è più, e “Shooters shoot”.
Quando le proteine sfrattano i neuroni. PANCAKE
ALBERELLO, 7
Parte dalla panchina, e fin qui nessuna sorpresa. L’atteggiamento però è quello giusto, e la sfrontatezza dei suoi Grizzlies la porta tutta quanta sul parquet della Record Arena. Evita ai suoi un passivo pesante, emozionando con un reverse tutt’altro che facile. Buona la prima.
Presto farà la fortuna di preparatori atletici e fisioterapisti. POLLO AMADORI
GIOELLE, 7+
Rischia il DNP fino alla sera prima, quando riceve una visita a domicilio. Punturina rapida e indolore, il rookie dei Nuggets parte alla volta di Bologna sapendo che pur con un’autonomia limitata, darà tutto quanto ha da offrire. Si rivela un sesto uomo preziosissimo ed insostituibile, aiutando i compagni ad entrare in partita, mettendo le mani su tutti i palloni nei suoi paraggi, e sgusciando tra gli avversari per concludere al ferro come un’anguilla con acrobazie notevoli prima di aggravare la sua infiammazione.
Non l’eroe che Team Bullo merita, ma quello di cui ha bisogno. THE WHITE KNIGHT
SAM, 6
Probabilmente a Frascati questa estate nevicherà. Il Conte finalmente dopo tante presenze da spettatore è della partita, e si dà da fare. Nonostante il physique du role paga la scarsa confidenza con la palla a spicchi. Impossibile non notarlo, visto che è come il buon vino, e per la magliettina verde indossata per l’occasione, con cui solitamente procura umidità alle farfalline presenti nei parchi dove si reca a correre.
AAA giocatrice di pallacanestro cercasi per lo scapolo più desiderato della Capitale. FITNESS MODEL
AUTO, 6.5
Impossibile confonderlo. Leve lunghe, braccialetti contundenti per ferire gli avversari nella lotta a rimbalzo, e una grande voglia di incarnare la filosofia del team che ha riposto fiducia in lui. Si presenta con una bomba in arsenale, risultati che oscillano tra il rumore dei vasi di fiori in caduta libera e le frecce che tagliano l’aria, poi ne va una a segno e la panca si sbizzarrisce in celebrazioni memorabili. La sua presenza è rocciosa, e contribuisce in maniera importante al successo.
La fiducia al tiro di Josh Smith, la fattanza di JR. LARRY SANDERS
MAIO, 7.5
Il nuovo look è tanto cattivo quanto nasconde una insospettabile calma zen. Unico playmaker del team, ha le spalle sufficientemente larghe per trainare i buoi (o asini). Meno scorer, più distributore rispetto al solito, lascia spazio anche agli altri compagni prima del takeover nel break decisivo.
Pare sia stato contattato da Giovazzo dopo che ne ha visto i tutorial su YouTube per apprenderne i trucchi del mestiere. Location ancora segreta, potrebbe essere una base militare del Nord Italia.
Chirurgico e con barba ai cinque cereali Mulino Bianco. RA’S AL GHUL
IMPERO, 7.5
Il Presidente offre una prova spettacolare, nonostante la bassa stamina chiude con un plus minus leggendario (+35). Non rinuncia a nessun contatto, smista palle dal post come i regali di Natale ai dipendenti Arbe, inganna i difensori costringendoli a commettere fallo, altruista. Encomiabile e acclamato anche dagli avversari, il premio Fair Play è suo. È atteso al prossimo con l’occhiale alla Horace Grant, non ci deluda!
Socc’mel Prez! CAPITAN FINDUS
GIOVAZZO, 6.5
Outfit impeccabile, oggi nei legnosi ingranaggi ci mette l’olio della barba e questa si rivelerà una mossa vincente. Come tutti i creativi è a caccia della giocata ad effetto, ma la totale assenza di soluzioni in entrata lo limita molto. Ipnotizzato dalla sfera, spesso concede rimbalzi offensivi al suo uomo, provocando l’ira di Maio.
Nella ripresa si sblocca con due bombe e quando è pizzicato da Agente che chiede a gran voce un go to move, richiede palla in post. Post up rapido, poi si stacca e conclude col fade che bacia la tabella ed entra. Sguardo verso il provocatore sugli spalti, sembra di essere al Maracanà.
Hype forse ingiustificato, per questo va fatto un plauso al suo responsabile media marketing, ma i progressi ci sono. APPRENDISTA STREGONE
ILLORE, 7-
Questa è la sua prima uscita ufficiale dopo il grave infortunio occorso nella passata stagione, che ne ha compromesso lo stock al draft. Dall’alto della sua infinita esperienza, nonostante il calo fisico riesce ad utilizzare alla perfezione il suo IQ e compattezza, andando più volte in lunetta. L’imprenditore spezzino ha chiaramente usufruito di svariate sessioni in sala video studiando Harden, ogni movimento è misurato e calcolato senza sprecare energie. Il bicipite lo tradisce però al tiro, dove sembra un venditore di tazzine di porcellana a giudicare dal rumore della palla che incontra il ferro.
Encomiabile nel trattenere il disappunto per l’atteggiamento del suo capitano. Gioca secondo i fondamentali che ha padroneggiato da quando è venuto al mondo, ed è l’ultimo a mollare assieme al suo compagno di backcourt. MAESTRO MUTEN
ALTIE, 7
Il riccioluto è una presenza rilassante per la sua squadra. Non chiede mai palla, ma lascia che la palla vada da lui. Si propone di guidare un attacco metodico grazie alla suddivisione dei compiti con Illore, ma il piano partita va a farsi benedire per via del buco nero (o marrone) in posizione di 5. Cerca prima di tutto di armare la mano dei compagni, ma all’occorrenza punisce con il suo marchio di fabbrica, il jumper dalla media. Si prende qualche schiaffo in entrata, attutito solo dalla massa pilifera che porta in capo.
La caviglia è apparsa in ottimo stato, e anche in questo caso, il quoziente intellettivo si rivela un fattore. A scanso di terremoti, sarà uno dei più ricercati al prossimo draft. MR. EFFICIENCY
BULLO, 6.5
Questa versione di Lello incute più timore e fa trasparire maggiore personalità rispetto al passato, ma la giornata a livello balistico non è delle migliori. Fa tutto bene, risultando spesso l’uomo giusto al posto giusto, per la maggiore con giocate che non finiscono nel boxscore. I suoi tagli e le sue proiezioni offensive, soprattutto a livello di spaziature, sono molto preziose per la manovra, e forse ci sentiamo di dire che avrebbe meritato qualche gioco ad personam per entrare maggiormente in ritmo. Corre benissimo il campo, aspetto che fa la differenza quando c’è da mandare in soffitta la partita.
Il processo di maturazione è in fase di completamento. Potremmo vederlo con la palla in mano al prossimo raduno. DEJAN BODIROGA
AGENTE, 6+
Lo ricordiamo come un atleta perfetto visto nel 2015 al raduno romano, che a prima vista ci faceva esclamare come fosse un talento naturale per questo sport. Ma si presenta a Bologna con numerosi acciacchi, e come se non bastasse è in dubbio fino alla vigilia. Quando nonostante sarebbe più saggio osservare il riposo, opta per l’aiuto farmacologico in maniera da essere della contesa. La mobilità è molto limitata, la fiducia nei movimenti esplosivi assente. Ottimo il movimento senza palla, ma è la metà di quanto ci facesse affidamento il suo team in sede di draft.
Sarà in grado di avere un pieno recupero, oppure stiamo parlando di un potenziale che rimarrà inespresso per l’incombenza di Father Time? Gira voce che si stia sottoponendo a trattamenti rivoluzionari per silenziare le critiche al prossimo evento. ALZATI E CAMMINA
VYGER, 7 – INJURED
Il Boss crea un’amalgama eccezionale, fomentando i suoi soldati con un urlo che rimarrà nella storia prima della palla a due (viene paragonato Vandini a un escremento, ndr). Non trova lo storico canestro (prego di essere corretto se ricordo male) poiché è assente esplosività nelle gambe alla fine di un contropiede dove batte avversari sui quali ha il peso di 15-20 primavere extra. Un movimento sfortunato, sul quale dove forse possiamo dare la colpa anche al terreno di gioco, lo costringe al cambio immediato. Alimenta l’energia della squadra motivando i suoi e non lesina trash talking nei confronti degli avversari.
Carismatico e sempre col sorriso. CAPITANO KIRK
VANDO, 4
Quando si dice fare la differenza. Lo stai facendo nel modo giusto… Vandini offre una prestazione da libro degli orrori, sotto ogni punto di vista. Si trascina per il campo, sin dalle prime battute, senza mostrare alcuna intensità. Dimentica totalmente di avere una squadra intorno, e il suo atteggiamento è di quelli che farebbero incazzare anche Gandhi. Offensivamente è alla costante ricerca della gloria personale, e sebbene il talento lo sorregga mandando a bersaglio alcune conclusioni, la sua è una purissima opera di stat padding. I compagni non trovano le posizioni, la #MambaMentality in questo caso fa più danni della grandine: Vando pensa esclusivamente a prendere i suoi tiri, gli scarichi non sono tempestivi sui raddoppi e la transizione difensiva è tragicomica. Quando avviene l’esondazione all’interno delle sue budella, la partita è già compromessa. Quel che segue è semplicemente il culmine di un piano partita nato male e finito peggio.
Grossi punti interrogativi sul suo futuro. Quella che un tempo era una autentica superstar e macchina da punti per ogni team NBA360, ora potrebbe faticare a reinventarsi poiché si è denotata una totale mancanza di umiltà, a partire dalla cura della forma fisica. MISTER POTATO
ANJELLA, 6+
Barbuto, voluminoso e burbero. Si presenta così per la prima volta un uomo di sport a tuttocampo, pare abbia ricoperto ogni ruolo da portiere a centrale di pallavolo a DS. Probabilmente nel suo futuro c’è la carica di sindaco di Camaiore, anche se un alone di mistero lo avvolge. Baricentro alla Tevez e ottimo posizionamento, riesce a contribuire con una presenza sui tabelloni, specialmente quello avversario, che regala diversi extra possessi ai suoi. La stamina però è vicina al 40, e gioca a botte di 3 minuti, chiamando la barella ogni qualvolta debba uscire.
Favorite patente e libretto. SPARTITRAFFICO
PONENZI, 6.5
Scelto al draft con la fama di potenziale DPOY, questo autentico grizzly si ritrova essere un pesce fuor d’acqua, essendo l’unico sia per caratteristiche che carattere a voler praticare una pressione elevata sulla palla. Quando è nei paraggi non si è mai sicuri che non possa coprire la linea di passaggio, e utilizza perfettamente il suo volume sia in 1v1 che in aiuto, costringendo spesso allo scarico o all’interruzione del palleggio. La sua intimidazione si basa su un’elevata sudorazione, forse dovuta alle peperonate che consuma a colazione. In attacco viene spesso dimenticato, ed è un peccato perché mostra una meccanica di tiro molto pulita, pur senza ottenere gli effetti sperati.
Chissà che in futuro non possa sorprendere, si intravede un arsenale offensivo che si sta ampliando e degli insospettabili movimenti di piedi da ballerina. LO SCHIACCIANOCI