Il tempo vola. Siamo già qui, in piena primavera, dove le migliori squadre e giocatori sono chiamati a illuminare la scena. Non bastano i riflettori. La palla pesa di più, i possessi durano una vita e allo stesso tempo il tempo sembra scorrere inesorabilmente… i discorsi lasciano spazio a sudore sul campo, preparazione tattica, aggiustamenti, a giocate che non disegna nemmeno Pop, per i più anziani, o Brad Stevens, per chi si ispira alle nuove leve della panchina.
Defense, Hustle, Clutch Shot…
La mente dei sedici partecipanti è attraversata da questa serie di parole, e molte altre, che sembrano legate da un filo impercettibile. L’intensità cambia, gli uomini che fanno parte del vostro collettivo sono importanti, ma ci sono degli ingredienti fondamentali che nessuno può ignorare.
Heart, Sacrifice, Cold Blood
Il momento nel quale l’importanza di partecipare passa in secondo piano… sei lì e non ti puoi tirare indietro. Soffrire, lottare, gioire, soccombere: non vi è un singolo passaggio che si possa saltare se l’ambizione è grande, se la sete di vittoria scorre in voi, se vivete per quel momento in cui il cronometro accoglie una cifra decimale alla sua destra, e sapete che la sirena che sta arrivando può essere l’ultima della vostra stagione… un tiro può cambiare il corso degli eventi. Voi potete cambiare la storia. O lasciare che vi risucchi, inesorabilmente, facendo rimanere inalterato un pronostico, una prospettiva, un sogno.
Carmelo Anthony, Steve Nash, Tim Duncan, Pau Gasol, Kyrie Irving, Anthony Davis… ciò che li accomuna non è la loro (immensa) abilità a giocare a pallacanestro… ma lo spessore delle squadre di cui hanno fatto parte. Non esiste grande squadra senza un grande allenatore. Mi aspetto che tutti vogliate essere QUELL’uomo in panchina. Un uomo che sappia tirare fuori il coniglio dal cilindro quando le cose sembrano andare per il verso sbagliato. Un uomo che sappia motivarsi in continuazione. È ciò che questa lega si merita dopo una delle migliori annate di sempre, forse la numero uno da quando sono in mezzo a questa gabbia di matti per qualità di simulazione e condivisione collettiva. Lo spettacolo più grande deve essere ancora girato… chiunque dovrebbe desiderare di scrivere almeno un pezzo di questa sceneggiatura.
NBA360 Playoffs 2016. Go Hard or Go Home.
Benvenuti.
Parte I
UN CASSETTO PIENO DI RIMPIANTI
Dopo una partenza promettente, gli Hawks di coach Pipigno sono crollati come un castello di carte nella seconda metà di stagione regolare. Passo indietro non imputabile al cambio di Conference (lo scorso anno hanno disputato i playoff) quanto a un calo della condizione nel momento dove le dirette concorrenti hanno cominciato ad alzare le marce. Horford, Millsap e Teague assisteranno alla postseason da casa, tuttavia la base è solida per presentarsi con una nuova cera in tempo per il prossimo training camp.
#FratèNonTankare
In posizione analoga hanno concluso i Charlotte Hornets di Gange. Seconda stagione di militanza per lui ed è ancora lottery. Le nubi aleggiano sul futuro riguardante il nucleo di questo gruppo, vista la situazione intricata col CAP, e un Dwight Howard a cui rimangono sempre meno anni al top. Houston, abbiamo più di un problema.
#FinalmenteHouston
Nell’altra Conference, i Grizzlies hanno ritrovato il loro fenomeno Kevin Durant dopo il grave infortunio della passata stagione. Non era dato sapere con certezza in che stato di forma sarebbe tornato il numero 35, ma ha fugato ogni dubbio, trascinando i suoi in ognuna delle 42 gare disputate da Memphis, sfiorando i 30 punti di media ad allacciata. Non è bastato però alla compagine di Enrichetto avere il leading scorer di NBA360: la mancanza di talento in ciascuna delle altre posizioni è stata fatale a una squadra che ha sfiorato la rimonta, poi sfumata anche per diverse sconfitte sul filo di lana. Il futuro è quanto meno grigio, vista la mancanza di scelte di rilievo all’orizzonte e un moderato spazio salariale rispetto alle dirette concorrenti.
#AloneInTheDark
Parte II
SOTTO IL PAR
Analizziamo ora la successiva categoria di squadre, ovvero alcune dotate almeno di un discreto talento complessivo, ma mai in corsa per andare oltre la regular season.
I Minnesota Timberwolves sono stati la maggiore delusione stagionale. Inutile nascondersi: una squadra magistralmente costruita, ma che non ha nemmeno odorato la corsa alla postseason. E pensare che a Minneapolis il rientro dal grave infortunio di PG13 aveva riacceso totalmente gli entusiasmi. La missione compiuta nello scaricare il contratto (o anche mutuo trentennale) di Eric Gordon. Ma è arrivata invece la doccia gelata. Un’eliminazione che la dirigenza ha dovuto recepire in largo anticipo rispetto alla data di fine stagione regolare. E sarà così che Stephen Curry, Paul George, Brook Lopez dovranno concentrarsi più sulla prossima Draft Lottery, anziché sull’avversario del primo turno. I microfoni sono spenti nel gelido stato del MidWest, se c’è una faida interna per ripartire le colpe, state certi che non è nello stile di coach Vyger creare circolo mediatico attorno alla cosa. Saprete tutto a cose avvenute.
#StephNotGonnaSteph
C’è un posto in California dove la tranquillità regna sovrana. La vita scorre a un ritmo diverso che in qualsiasi altro luogo. Sacramento come la sua Città Eterna: l’ha modellata così, a sua immagine e somiglianza. Uomo veramente d’altri tempi, contro il progresso, quello di Bullo è un ritorno alle origini: lo rispecchia anche la sua squadra, ricolma di qualità difensive, ma che ha finito con un bilancio ampiamente sotto la sufficienza per l’incapacità di segnare i punti necessari per far fruttare il lavoro nella propria metà campo. Jabari, Myles e Justise sono i tre nomi che dovrete segnarvi: se i Kings riusciranno a emergere in futuro, scommettiamo sarà per questi individui.
#Scopareee
Stagione con luci (poche) e ombre (tante) per i Magic. Abbiamo provato a raggiungere al telefono Tony, in vacanza a Key West per rilassarsi dalle fatiche stagionali; siamo però stati invitati dal suo manager Jay Mosconi (ricorda qualcuno?) a rifarci vivi quando si avvicinerà il draft.
Che dire dunque? A partire dall’azzardata mossa di acquisire Sullinger (e successivo impegno per un contratto non magrissimo, proprio come il giocatore), fino alla brillante – a detta della critica specializzata – di Batum, è tutto in chiaroscuro. La squadra non ha trovato continuità e alla fine ha guardato maggiormente al mercato. Ezeli è una scommessa anch’egli per quanto riguarda la situazione fisica, mentre il possesso della scelta di Milwaukee è di estremo interesse, anche perché Tony Parker non è chiaro quanto potrà giocare a certi livelli. Offseason delicata per Montagna.
#VaInMona
Coach Piotr è pronto a sbarcare da MJ. Questa parentesi ai Rockets gli è servita per ambientarsi in lega. Ereditata una squadra particolare ma di sicuro talento, dovrà dedicarsi a gestire al meglio le situazioni di MKG (giocatore perennemente infortunato e offensivamente complesso da inserire) e il dualismo Vucevic Thompson (il campo è piccolo, Tristan ha dimostrato di dare il meglio da 5 mentre il serbo non ha nel suo vocabolario il termine difesa). Il draft è crocevia fondamentale, con la speranza e un in bocca al lupo di avere un feedback positivo dal suo capitano Bledsoe, giocatore completo e moderno ma con ginocchia fragili.
#Piotta&HisAirness #ComingSoon
Il 2016 sarà un anno da ricordare per il nostro decoratissimo e esperto Andyshark. Vi chiederete come sia possibile in un’annata dove la franchigia di Jack Nicholson, i Lakers, perde Bosh per il secondo anno consecutivo per l’annoso problema polmonare, e i PO, dopo un fuoco di paglia iniziale, si sono fatti velocemente un miraggio. Il raduno di Siena ha raggiunto un picco di attesa estremo tra i componenti della Lega, e Andy è pronto ad aprirci le porte di casa sua.
#WeAreFamily
Parte III
ROCK BOTTOM
I Bucks sono, tra i fanalini di coda, tra le squadre più chiacchierate. Una stagione da dimenticare, nonostante a inizio anno le ambizioni fossero ridimensionate rispetto al 14/15 dove sfiorarono l’accesso al primo turno, suicidandosi nell’ultima partita di regular. Oltre ai pessimi risultati ottenuti sul campo, le voci che si sono susseguite fuori dal campo non hanno sicuramente aiutato. Un rendimento decisamente alterno, passando da prestazioni da serie D ad altre dove hanno lottato con le unghie e con i denti contro le più accreditate alla vittoria finale. In tutto questo il blocco del mercato in seguito a movimenti opinabili non ha fatto altro che gettare altre ombre sull’operato del gm. La città del Wisconsin chiede chiarezza, i tifosi stanno perdendo la fede. Forse la franchigia ha proprio bisogno di cambiare pagina, con la casella delle apparizioni ai playoff ferma a 0 dall’anno domini 2010, anno in cui fu rilevata.
#EntusiasmoCercasi
Esiste una compagine il cui destino sia stato affetto dalle cosiddette sliding doors più di Utah? C’è un universo parallelo in cui Mr. Bucci e Steph Curry non si separano e scalano le posizioni della Western Conference fino a divenire una contender. Invece oggi si trova in questo scenario che ha del post apocalittico, le carni di Thabeet e Terrence Williams sono ormai arse, la ferita non è più aperta e la cicatrice ha quasi preso forma. Nel mezzo altri incidenti come una infelice selezione di Trey Burke alla numero 2 in un draft francamente pieno di trappole per topi; ma Vincè è un coach in grado di sorridere sempre, e si è preso un’annata di riflessione per capire di chi può fidarsi e di chi no in vista della costruzione del team del futuro. Si riparte da Payton, il carisma di Noah potrebbe guidare i più giovani, e chissà, la lottery potrebbe sorridere a questi Jazz che aspettano un nuovo messia nello stato dei Mormoni.
#IBelieveInVince15
A Detroit un nuovo gm ha avuto modo di far conoscere il proprio nome con dei movimenti sopra le righe. Autopiù è un giovane di Bologna (cit. Massimo Malesani) che sta cercando di portare una nuova filosofia. Al momento predica versatilità difensiva, ma sta ignorando la rivoluzione del tiro da 3 punti in NBA costruendo un roster che non ha quell’arma nelle sue corde. Siamo però molto lontani dalla creatura finale che vedrà la luce nel 2016/17 anche vista, quindi si concede il beneficio del dubbio. Un azzardo cedere la scelta del suo prossimo anno, qualificabile come un classico errore di gioventù di un neo arrivato.
#NessunoScendaDallAutobus
Quando l'annata si apre con la prospettiva di Anthony Bennett titolare si capisce quali siano le prospettive stagionali di un team… la rivoluzione Vandesca è appena iniziata a Denver, e il draft anziché dare certezze forse getterà ulteriore benzina sul fuoco. Coi Nuggets una cosa è certa, non ci si annoia mai: non si può sapere cosa passi per la testa del gm modenese.
#GattoNeroGattoBianco
Washington con una scelta alta da una qual certa sensazione di deja-vu? Non preoccupatevi, è esattamente così. Da Harden, a Jabari Parker, a… Brandon Ingram? Poco ma sicuro che l’istrionico executive proveniente dal Lazio non se ne starà con le mani in mano, ma provare a capire cosa succederà nella Capitale è semplicemente un esercizio di futilità. State in allerta, potrebbero scoppiare tutti i botti a disposizione. Non a caso, parliamo degli ex Bullets…
#OrganizedChaos
Nel Massachussets ci sono riusciti a entrare nel libro dei record. Poco importa se dalla porta sbagliata, sono la prima franchigia a concludere una stagione a secco di vittorie. L’incredibile stagione di Boston, tra infortuni e blowouts, si è conclusa con la maggiore percentuale di possibilità di assicurarsi la prima scelta al draft NBA360 2016. Futuro incerto, ma talento ve n’è, pertanto a patto di consumare i telefoni e la casella mail, ci sono buone prospettive per Rubio (ma siamo così sicuri della sua permanenza?) e compagni.
#PlayTheOdds
FIRST ROUND SERIES ANALYSIS
EASTERN CONFERENCE
#1 |
|
VS |
|
#8 |
RISULTATO 2014/2015 |
EASTERN CONFERENCE FINALS |
PRIMO TURNO |
RECORD REGULAR SEASON |
39-3 |
22-19 |
NOME D’ARTE, REALE O FITTIZIO |
ZEN MASTER |
LO SCIUPAFEMMINE |
MARCIA IN PIÙ |
PICK AND POP LILLARD LMA |
LA MIGLIORE SECOND UNIT |
TALLONE D’ACHILLE |
VULNERABILITÀ ALLA SMALL BALL |
MANCANZA DI VERO GO TO SCORER |
X FACTOR |
IMPATTO DI THE BIG FUNDAMENTAL |
CONTROLLO DEI TABELLONI |
MATCHUP DI RILIEVO |
DEANDRE JORDAN |
PAU GASOL |
La premessa è doverosa. Per coach Teoni e i suoi Nets questi playoff hanno un significato diverso rispetto a chiunque altro. Saliamo dunque sulla macchina del tempo, e andiamo con un flashback a giugno 2015: i Miami Heat vincono gara5 delle Conference Finals a Est e volano in finale, schiantando i campioni back2back dei Brooklyn Nets con una striscia di 4 vittorie consecutive.
Nel tunnel dell’AAA c’è coach T, che ha appena finito di rispondere alle domande dei giornalisti, ed è già pronto il suo volo di ritorno. Circolano voci di dubbia fonte ma pur sempre circolano, che parlano di una possibilità che si ritiri. Proprio come il suo modello Phil Jackson. Uno, l’allenatore più vincente della storia NBA, l’altro, 3 volte campione di NBA360 e ineguagliato, reduce dalla scottante batosta che ha infranto il sogno del 3peat, impresa ancora sconosciuta a questo universo di lega. In attesa delle Finals, il mondo segue con apprensione questi ultimi eventi così inaspettati e, apparentemente, destabilizzanti.
Fastforward, torniamo ad aprile 2016. Non ci sono sufficienti dati alla mano, ma è probabile che Brooklyn abbia avuto uno dei migliori record di sempre per quanto riguarda la stagione regolare. Ma questo record, presunto o reale, conta qualcosa per T? Assolutamente no. Ma se dobbiamo ricercare una ragione in questo ritorno, questa conferma in grande stile, beh la responsabilità fa capo totalmente al rivale Kassim. I Nets avranno il fattore campo finchè saranno in corsa. La loro marcia verso la finale inizia oggi, con il favore dei bookmakers.
Tuttavia, bisogna capire in che reale condizione di forma versano gli uomini con lo stadio sulla terraferma, e se da un lato il rientro di Carroll darà sicuramente una mano, dall’altra si dovrà trovare nuovamente la chimica perfetta.
I Bulls si presentano come uno dei seed numero 8 più forniti per dare battaglia. Hanno tiro, difesa, e stazza. Sam è un vecchio lupo di mare e a Chicago la dirigenza ha lavorato divinamente negli ultimi anni, e se c’è un problema che non dovrebbero avere contro la seppur arcigna difesa dei Nets è quello di mettere la palla nel cesto. Jimmy Butler sembra andare verso l’ingrato compito di marcare Damian Lillard; invece potrebbe essere l’ultima grande chance di giocare gare importanti per Derrick Rose davanti al suo pubblico, dopo i frequenti rumor di quest’annata che lo hanno dato spesso on the trading block. CJ McCollum reclama spazio ed è pronto a brillare; sono ragazzi de borgata, e se usciranno, lo faranno dopo aver versato sangue e sudore sul parquet.
Fino all’ultima goccia.
FIRST ROUND SERIES ANALYSIS
EASTERN CONFERENCE
#2 |
|
VS |
|
#7 |
RISULTATO 2014/2015 |
SECONDO TURNO |
PRIMO TURNO |
RECORD REGULAR SEASON |
35-7 |
24-16 |
NOME D’ARTE, REALE O FITTIZIO |
MARIO |
IL GENOVESE |
MARCIA IN PIÙ |
IL PERSONALE DIFENSIVO |
IL MIGLIOR GIOCATORE DI QUESTI PLAYOFFS |
TALLONE D’ACHILLE |
ATTACCO CHE TENDE A INCEPPARSI |
MANCANZA DI UNA REALE ALTERNATIVA A LBJ NEI MOMENTI CHIAVE |
X FACTOR |
ARGINARE LEBRON POINT FORWARD |
CONTRIBUTO DI JAHLIL OKAFOR |
MATCHUP DI RILIEVO |
KAWHI LEONARD |
LEBRON JAMES |
Le prime battute di trash talking tra i due risalgono alla passata stagione, in occasione del primo turno. I Pacers rifilarono un sweep fragoroso alla squadra dell’Ohio. Le schermaglie tra i due sono andate avanti, mai sopite, e il destino li ha rimessi l’uno contro l’altro. Si inseguono come Tom e Jerry, ma i toni della sfida ricordano più quelli di Ali e Frazier.
Maio è chiamato a un salto di qualità dopo una tutto sommato positiva stagione d’esordio in lega. Se Leonard è il leader silenzioso e tecnico del team, Lowry è certamente quello emozionale della franchigia. L’asticella si è alzata e la sfida che si presenta è subito probante. L’avversario principale è quel LeBron James tanto scomodo per la pallacanestro dei Pacers, e certamente è il bersaglio numero uno del solido sistema difensivo di Indiana. Kobe Bryant è all’ultimo valzer, dopo la chiacchieratissima e onerosa trade che lo ha portato alla corte di Lore. Beverley è pronto alla battaglia, con unico obiettivo quello di difendere in qualsiasi modo su KL, se necessario anche andando oltre il normale gioco fisico.
Sarà una serie dove la difesa la farà da padrona, e le qualità di concentrazione faranno la differenza. King James vuole riportare 2 anni dopo Cleveland oltre il primo round, mentre Indiana ha sogni di grandezza… chi dimostrerà di avere la pelle più dura parte sicuramente con un vantaggio.
Intanto i Cavs salgono sul volo che li sta portando a Indianapolis, l’unica dichiarazione del coach spezzino è “Carico Mario”.
Meanwhile, Maio sta cercando di interagire con Kawhi, ma con LeBron alle porte è di poche parole… non che di solito le cose vadano tanto diversamente.
Let the game do the talking.
FIRST ROUND SERIES ANALYSIS
EASTERN CONFERENCE
#3 |
|
VS |
|
#6 |
RISULTATO 2014/2015 |
FINALS |
SECONDO TURNO |
RECORD REGULAR SEASON |
30-10 |
24-16 |
NOME D’ARTE, REALE O FITTIZIO |
PSYCHO K |
DRAXLER |
MARCIA IN PIÙ |
UN TEAM CHE RIFLETTE A PIENO LA SUA IDEA DI BASKET |
UN BUON MIX PER GIOCARE INSIDE-OUT |
TALLONE D’ACHILLE |
LA VERSATILITÀ NEL REPARTO LUNGHI |
SCARSA VOCAZIONE PERIMETRALE |
X FACTOR |
LIMITARE WIGGINS MA NON A SPESE DELL’ATTACCO |
LA MIRA DI KYLE KORVER, VECCHIA CONOSCENZA DI COACH K |
MATCHUP DI RILIEVO |
KEMBA WALKER |
DWYANE WADE |
Coach Kassim è un uomo che crede nelle seconde opportunità. Non in tutte, ma esclusivamente quelle che la dedizione, la passione, il duro lavoro e i sacrifici possono portare.
Non gli basta essere un gm di grandissima esperienza e avere il rispetto dei colleghi per la carriera fin qui avuta. Vuole di più, vorrà sempre di più, ci è dato credere. La motivazione a volte può crollare dopo una batosta. Non vogliamo entrare nei suoi panni. Aver spedito a casa i campioni in carica, soltanto per ricevere quattro pappine in finale, non farebbe piacere a nessuno.
E allora i Miami Heat ripartono da qui, dalle motivazioni aumentate, da una squadra rinnovata, meno sfavillante di altre sulla carta ma che ha un sacco di carte da giocarsi.
Il cuore di Kemba (il cui breakout year è giunto certamente nel periodo più opportuno), l’intelligenza e la fisicità di Favors, l’eleganza di Hayward, non una star per i soliti canoni ma giocatore completo e da ammirare, nonché di sicuro affidamento. Sono queste le colonne portanti di un gruppo che si prefigge traguardi importanti.
A fare il ruolo dell’underdog ci sono i Sixers di Pone, team insidioso e che ha rilanciato, almeno dal punto di vista dell’energia, una stagione di alti e bassi con una trade che ha portato in dote due giocatori in grado di non permettere alle difese avversarie di concentrarsi solo sulla difesa del ferro come Korver e Darren Collison.
Philadelphia ha le carte in regola per portare la serie per le lunghe, e se di upset dovesse parlarsi, sarebbe perché avrebbe trovato la giusta quadratura dal punto di vista di quintetti e rotazioni per impensierire Miami.
L’esuberanza atletica di Andrew Wiggins suggerisce che Solomon Hill possa vedere il campo in ruolo sostanziale in questa serie, e siamo certi che con Love nelle fila dei 76ers anche Marcus Morris avrà minuti veri.
La presenza di Wade assicura una guida tecnica e spirituale per la giovane Philadelphia.
Kemba si sente maturo per essere il braccio destro di coach K, e la panchina è pensata per una lunga cavalcata.
Si gioca a dama, perché i due team tenteranno di mangiarsi a vicenda: ogni mossa andrà pesata, potrebbe essere fatale.
FIRST ROUND SERIES ANALYSIS
EASTERN CONFERENCE
#4 |
|
VS |
|
#5 |
RISULTATO 2014/2015 |
PRIMO TURNO |
LOTTERY |
RECORD REGULAR SEASON |
28-12 |
26-14 |
NOME D’ARTE, REALE O FITTIZIO |
ATTILA |
GANDHI |
MARCIA IN PIÙ |
LA PREPARAZIONE TATTICA, LA NO-FLY ZONE TARGATA GOBERT |
UN PICK AND ROLL CP3-MARC MAGISTRALE |
TALLONE D’ACHILLE |
POTENZIALE OFFENSIVO MOLTO BASSO |
UNA TERZA RUOTA PER TOGLIERE PRESSIONE AI DUE |
X FACTOR |
LA CONTINUITÀ DI MARIO HEZONJA |
L’EFFICACIA DEL TIRO DA FUORI |
MATCHUP DI RILIEVO |
RUDY GOBERT |
MARC GASOL |
Toronto stupisce e sorprende sul mercato, facendo alzare non pochi sopraccigli. Ma quando si tratta di scendere in campo, il sangue è ghiacciato. Continuità di esecuzione, capacità di fare preparare le partite che in pochi hanno. Pronto come un camaleonte ad adattarsi agli ambienti meno a lui congeniali, trovare la chiave di adattamento, e improvvisamente emergere come un rullo compressore.
La regular season spesso si dice che lasci il tempo che trova, ma il caso dei Raptors è unico. Sono, delle sedici, la squadra certamente con meno talento, e sono certo che mister Zappa stia sorridendo e provando una punta di orgoglio nel leggere questo passaggio.
Le cessioni nell’ordine di LaMarcus Aldridge, Tobias Harris, Dennis Schroder sembrano non avere effetto sul rendimento di Toronto, lato sul quale certamente coach Zappone è stato in grado di far ricredere i più scettici.
La qualificazione è arrivata molto presto, mentalmente i canadesi stanno bene, e hanno avuto tempo di preparare questa serie.
Dall’altra parte la redenzione di Gotham è stata affidata all’estro di uno che gioca con la bacchetta magica, CP3, al secolo Chris Paul, e Marc Gasol. Ritorna il tema delle sliding doors, oggi potrebbe essere la squadra di Jahlil Okafor, Kristaps Porzingis e Giannis Antet… facciamo Giannis e basta. Ma coach Effe ha sposato un tipo di causa diversa, centrando la postseason nonostante abbia perso per strada il funambolo Tyreke Evans.
Con JJ Redick, Marvin Williams e il fresco arrivato Aminu dovrebbe esserci sufficiente spazio per le scorribande di Paul, ma lo scoglio di prova sarà certamente l’organizzazione difensiva dei Raptors che punteranno a ingabbiare il pluri All Star con uno sforzo collettivo, mentre per Gasol la problematica si chiama Rudy Gobert, attivissimo e lunghissimo pivot con l’apertura alare di un condor, che fa da contraltare al gioco old-style del fratello minore di Pau.
Un punto a favore di Zappa è la sua mentalità di uno pronto a scendere sul campo come se la sua vita dipendesse dall’esito della partita, mentre Effe deve ancora mostrare al mondo che tipo di giocatore sia quando le maglie si stringono e la difesa diventa il fattore numero uno. La curiosità è grande, in palio c’è un probabile secondo turno contro la vincente di Nets Bulls.
Astenersi dalla lotta se non si è disposti a soffrire.
FIRST ROUND SERIES ANALYSIS
WESTERN CONFERENCE
#1 |
|
VS |
|
#8 |
RISULTATO 2014/2015 |
- |
SECONDO TURNO |
RECORD REGULAR SEASON |
32-8 |
21-19 |
NOME D’ARTE, REALE O FITTIZIO |
SOLDATO |
VON JACKAL |
MARCIA IN PIÙ |
DEMOCRAZIA OFFENSIVA |
WALL & DIRK, PICK YOUR POISON |
TALLONE D’ACHILLE |
DIFESA INTERNA |
GIOCO A METÀ CAMPO |
X FACTOR |
L’ENERGIA DI FARIED PER DESTABILIZZARE NOWITZKI |
KRISTAPS PORZINGIS, THE UNICORN |
MATCHUP DI RILIEVO |
MIKE CONLEY JR. |
JOHN WALL |
A leggere i roster delle due squadre, vedendo i seed in ballo sono certo che chiunque, ignaro dei risultati di RS, attribuirebbe a Dallas il numero 1 e a San Antonio l’ottava piazza. Questo non fa altro che sottolineare come gli Spurs siano fino a questo punto la sorpresa stagionale. Dopo l’esperienza da vice allenatore lo scorso anno in Georgia, Palla DiLardo riceve l’incarico all’ombra dell’Alamo. In stagione regolare si rivela un gruppo organizzatissimo dal day1, schiacciando avversari illustri e meno illustri, accusando un calo nel finale, fisiologico per chi spende così tante energie a caccia di un primato che è significativo ma sicuramente ha più valenza a livello statistico che altro.
La truppa degli Speroni non ha né star né go-to scorer designati: gioca una pallacanestro dove la divisione dei tiri è quasi equa tra le principali bocche da fuoco, guidati da Mike Conley Jr., certamente il più rappresentativo e leader tecnico in campo.
Di fronte si troverà John Wall, uno dei PG più esplosivi e altruisti della lega. I Mavericks hanno una grande squadra con un problema evidente in ala piccola, dove possono avere minuti di intensità dal rookie Stanley Johnson ma sarà probabilmente Vince Carter, ritagliatosi un ruolo importante come tiratore piazzato in questa squadra. Il capitano Dirk Nowitzki all’ennesima apparizione ai Playoffs proverà a sostenere il peso offensivo della squadra, mentre si candida Porzingis per offrire minuti importanti dalla panca e magari varianti tattiche per cercare di evidenziare le lacune difensive del turco Enes Kanter, che fu scelto proprio da Erik con la numero 3 al draft 2011.
Un derby texano che promette partite ad alti punteggi e scintille; Harrison Barnes è l’unico giocatore ad avere un chiaro vantaggio guardando gli accoppiamenti. Vedremo se coach Palla sarà dell’idea di spostare il focus dei suoi giochi sul ragazzo da North Carolina, chiamato a una postseason di spessore dopo aver firmato l’estensione da 10 milioni di dollari.
Dall’altra parte Von Jackal come ogni anno da qualche tempo a questa parte approccia questa fase della stagione sapendo che Nowitzki potrebbe salutare a fine anno. Non annunciato, non probabile, ma pur sempre una possibilità.
Ultimo tango in Texas?
FIRST ROUND SERIES ANALYSIS
WESTERN CONFERENCE
#2 |
|
VS |
|
#7 |
RISULTATO 2014/2015 |
CHAMPIONS |
PRIMO TURNO |
RECORD REGULAR SEASON |
32-9 |
24-18 |
NOME D’ARTE, REALE O FITTIZIO |
ALBUS SILENTE |
IL CONTADINO |
MARCIA IN PIÙ |
CURRICULUM ED ESPERIENZA… … L’ASSE IRVING-AD |
LA DOMINANZA A RIMBALZO DI DRUMMOND |
TALLONE D’ACHILLE |
DI CHI SI PUÒ FIDARE COACH BABY ALL’INFUORI DEL DYNAMIC DUO? |
TRAFFICO OFFENSIVO NEL PITTURATO |
X FACTOR |
TOBIAS HARRIS COME STRETCH 4 |
PASSARE ALLA SMALL BALL QUALORA NECESSARIO: NE AVRÀ IL CORAGGIO COACH ALTIE? |
MATCHUP DI RILIEVO |
ANTHONY DAVIS KYRIE IRVING |
ANDRE DRUMMOND REGGIE JACKSON |
La strada verso il repeat si apre in una serie che è certamente la più fisica dell’intero primo turno per BabyShaq e i suoi Pelicans. I talentuosi Blazers guidati da Carmelo con l’apporto di Drummond a fare da ultima linea sui due lati del campo sono certamente insidiosi, ma è il loro gioco compassato e a ritmi controllati a risultare congeniale a New Orleans.
Dovessimo analizzare le possibilità di upset, a livello di talento sommato Portland ha numeri importanti, non dimentichiamo la presenza di Reggie Jackson e Al Jefferson. Ma nel dettaglio, potrebbe essere proprio Big Al a risultare il punto debole dei Blazers.
Innanzitutto, difensivamente non può assolutamente prendersi cura di un freak come AD, dunque presumiamo sarà Drummond a occuparsene. Ma è sul lato offensivo che il lungo dalle mani di marmellata finisce per penalizzare la sua squadra. Come? Innanzitutto, occupando la stessa porzione di campo di Andre, in secondo luogo non presentando un vantaggio di rapidità nei confronti di Robin Lopez (permettendo a NO di tenere sempre due lunghi in campo, visto che anche le riserve che escono dal pino – Scola e Landry – non consentono alla second unit di giocare in maniera tanto diversa).
Ma soprattutto, terza e fondamentale ragione, toglie un tiratore da fuori a una squadra che, a detta della redazione, potrebbe dare il massimo con una spread offense.
Il talento di Melo è indiscutibile, così come la pericolosità di Drummond sotto le tabelle non può essere pareggiata. Dunque arriviamo all’importanza capitale di Jodie Meeks, rientrato sul finale di stagione facendo uno dei regali più graditi al suo coach.
Arriviamo però al dunque, allo scontro che riteniamo sarà più indicativo: quello tra Reggie Jackson e Kyrie. Entrambi gli attacchi si sviluppano ad un proprio personalissimo ritmo, dunque chi dei due sarà maggiormente in grado di imprimerlo e limitare difensivamente l’altro avrà fatto già un passo importante.
L’MVP delle Finals 2015 ha una mezza idea su come potrebbero andare le cose, ma al momento preferisce non sbilanciarsi. L’intero stato della Louisiana intanto sa a chi rivolgere le proprie preghiere…
FIRST ROUND SERIES ANALYSIS
WESTERN CONFERENCE
#3 |
|
VS |
|
#6 |
RISULTATO 2014/2015 |
WESTERN CONFERENCE FINALS |
LOTTERY |
RECORD REGULAR SEASON |
30-10 |
27-16 |
NOME D’ARTE, REALE O FITTIZIO |
RICKY MARAVILLA, IL TRONISTA |
MOLLO, CHIACCHIERONE |
MARCIA IN PIÙ |
IL TIRO DA FUORI |
LA VERSATILITÀ DI KAT E BOOGIE |
TALLONE D’ACHILLE |
IL PESO DELL’ATTACCO TUTTO SU KLAY |
LA COSTANZA OFFENSIVA DELLE GUARDIE |
X FACTOR |
IL RENDIMENTO DI SCHRODER |
LA CAPACITÀ DI GESTIRE IL RITMO PARTITA |
MATCHUP DI RILIEVO |
JAE CROWDER |
CHANDLER PARSONS |
Non una sorpresa, ma una piacevole conferma. Dopo le finali di Conference in un’annata “di magra”, quella della season mutilata, in tanti avevano giudicato un episodio l’anomala corsa dei Suns, con un coach ad interim, culminata con una sconfitta da parte dei futuri campioni in carica.
Ricky si è presentato ai blocchi di partenza con, finalmente, la sua squadra definitiva, e nonostante uno scambio infelice come quello di Tony Parker, è riuscito a dare un’impronta ai propri effettivi dopo un inizio incerto. Lunghe strisce di vittorie e un Klay Thompson imprendibile per 3/4 di lega hanno fatto sì che i Suns macinassero vittorie su vittorie, aggiudicandosi così con margine la terza piazza.
Punto di forza sicuramente è la panchina, dalla quale sono usciti per gran parte della stagione Schroder e JR Smith. L’infortunio di Mario Chalmers è stato un duro colpo soprattutto a livello affettivo per il ragazzo del Vicolo del Conte, ma la perdita sembra essere stata metabolizzata nonostante il giorno seguente all’accaduto non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Bogut si ritroverà contro un motivato DeMarcus Cousins che torna ai Playoff 2 anni dopo. Allora era la squadra di Tim Duncan, oggi il mantello è sulle sue spalle e i ricordi vividi delle sconfitte passate sono una grossa motivazione per il giocatore che milita da maggior tempo nella franchigia californiana. Al suo fianco Karl-Anthony Towns si è presentato con una sorprendente maturità e un gioco completo su entrambi i lati del campo, crescendo progressivamente durante la stagione.
Il duello tra Crowder e Parsons in posizione di 3 è interessante. Uno con la sua fisicità, l’altro con la versatilità, intendono far saltare i meccanismi difensivi dell’avversaria.
Klay Thompson è chiamato a una grande serie, Phoenix ripone in lui notevoli speranze ed è l’unico a poter sostenere un grosso numero di tiri senza accusare eccessivamente la difesa che sarà chiamata a sforzi notevoli per contenerlo.
Le due squadre sono pronte a sfidarsi a viso aperto, c’è una differenza di talento ma i Suns hanno incoscienza e capacità di accendersi in ogni momento che può far decadere ogni certezza.
Guerra di nervi. Centimetro dopo centimetro.
FIRST ROUND SERIES ANALYSIS
WESTERN CONFERENCE
#4 |
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VS |
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#5 |
RISULTATO 2014/2015 |
LOTTERY |
- |
RECORD REGULAR SEASON |
27-13 |
28-14 |
NOME D’ARTE, REALE O FITTIZIO |
JOE, AMANTINE |
MONTALBANO |
MARCIA IN PIÙ |
L’ATLETISMO DEL QUINTETTO BASE |
ARSENALE OFFENSIVO DI PRIM’ORDINE |
TALLONE D’ACHILLE |
LA TENDENZA AGLI ISOLAMENTI |
JORDAN HILL, MAI TITOLARE IN UNA CONTENDER DEGNA DI TALE NOME |
X FACTOR |
CAPACITÀ DI NASCONDERE HARDEN IN DIFESA |
MINIMIZZARE LO STRAPOTERE FISICO DI RW E WHITESIDE |
MATCHUP DI RILIEVO |
JAMES HARDEN DRAYMOND GREEN |
DEMAR DEROZAN BLAKE GRIFFIN |
Leggo bene? I quintetti che si apprestano a darsi battaglia non sembrano veri… ancora mi sto stropicciando gli occhi.
Uno scontro che si preannuncia EPICO.
Due GM dalla rara esperienza.
Uno torna a giocarsi le gare che contano dopo anni di oblio, l’altro dopo un anno di esilio.
Le motivazioni non si contano, e nemmeno il talento in campo.
Ladies and gentlemen, lasciate che vi presenti la migliore serie per distacco del primo turno.
Il famoso “All Star Starting 5” dei Thunder.
Russell Westbrook. James Harden. Andre Iguodala. Draymond Green. Hassan Whiteside.
Manu Ginobili come tocco di qualità.
Si difende LA, con Isaiah Thomas, DeMar DeRozan, Nicolas Batum, Blake Griffin.
Ed è incredibile ritrovarmi qui a dire come ci sia immediatamente un gap sia a livello di talento che di accoppiamenti tra le due squadre. Quando i Clippers hanno uno dei primi 3 quintetti offensivi in tutta la lega. Beh, OKC ha IL migliore. Demoralizzante, a dire poco.
Ciò che rende ancora più incredibile questo scontro tra titani è il parallelismo tra i due GM. Da un lato il carisma di Claudio Amatime, o Amantine. Un gm che ha trattato il suo preziosissimo team come un figlio. Dall’altro il sangue verace di coach Casabianca, un autentico gatto dalle sette vite: un passato turbolento in lega, un rientro da re con una finale portata a gara6 contro uno dei team leggendari della storia NBA360, i Nets 2013/2014, un postseason-gate che ha portato quasi alla rottura, e infine un rientro in grande stile in questo 2015-2016.
Brilleranno le stelle, e Oklahoma si presenta con un difensore chiave in ogni posizione che è punto di forza dei Clips: Westbrook è pronto a devastare Thomas, che già prima di iniziare deve capire a che santo in paradiso votarsi. Iguodala ha messo DeRozan nel mirino e siamo certi sarà una serie infernale anche per Blake Griffin che si troverà contro The Hunting Bear, Draymond Green.
Le maggiori chance di controllare la serie offensivamente per la squadra della California passano dalle mani del giocatore che verrà marcato da The Beard, presumibilmente Batum. Il problema capitale per questa squadra risiede nel non poter passare a una lineup piccola per contrastare il preventivabile dominio a rimbalzo di Whiteside. Né Hill né Capela (nel quale Soul crede però molto, e gli chiederà certamente uno sforzo extra) appaiono avere i numeri per resistere alla furia del C col contratto migliore in circolazione.
E all’occorrenza, motivo per cui OKC è una chimera, i Thunder possono passare a quintetti con stazza inferiore ma mantenendo una versatilità fuori parametro grazie a Green e alla presenza di Ginobili e Matt Barnes che escono dal pino.
SoulMover dovrà dare fondo a ognuno dei suoi mezzi per venirne a capo, e anche oltre, perché le premesse non sono per nulla buone. E in tutto ciò il GM dei Clippers, paradossalmente, non ha alcuna colpa.
Forse Mozgov avrebbe potuto far comodo.
Se il buongiorno si vede dal mattino…
La puntualità non è mai stata il mio forte, ma spero può piacere...
Giovaz
Commenti
TOP TOP TOP
TOP TOP TOP
Grandioso
Dopo scopareeee per me l'articolo si poteva chiudere. Tutto lo spirito della lega concentrato in quella parola di "bulliana memoria" Complimenti al redattore ed analisi giusta, ahimè, dei miei Wolves. In bocca al lupo ai playoffisti.
ancora non ci credo che si
ancora non ci credo che si finito...
Meglio tardi che mai
Davvero un gran bel articolo! Complimenti Giocazzo, inizia a scrivere ora quello per l'anno prossimo :D
Beh che dire, articolo
Beh che dire, articolo clamoroso. Spettacolare. Che esprime tutto quello che questa lega è arrivata a creare.
Il parto è stato lungo, ma ne è valsa davvero la pena.
Spettacolare!
sei un malato
Articolo spettacolare! Senza parole!!
Una attesa durata mesi
Chasing the Ring era sinonimo di Ponte sullo stretto per i più, tutto ciò ha dell'incredibile. Buoni Playoffs a tutti!